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Investire a capitale garantito: la guida completa in 10 step

La protezione dei propri soldi è diventata la vera missione dell’investiore oculato o dell’imprenditore e libero professionista che vuole adottare delle soluzioni di diversificazione e decidere di investire a capitale garantito. Ma quali sono i pericoli a cui prestare attenzione? Quali sono le soluzioni alternative che ci permettono di gestire al meglio i nostri risparmi? Ho preparato una guida accurata in 10 step, con fonti di approfondimento e link ufficiali che ti permetteranno di avere tutti i punti per valutare la tua prossima scelta.

investire a capitale garantito

Indice

1. Investire a capitale garantito: guida alla protezione del patrimonio (senza sorprese)

Sono Daniele Rampini e da anni sviluppo progetti immobiliari con un unico scopo: garantire una rendita con fideiussione e avere la garanzia del capitale. Quando un imprenditore mi chiede come investire a capitale garantito, la prima cosa che faccio è chiarire termini, aspettative e condizioni reali. “Garantito” non è una parola magica: significa che esiste un meccanismo giuridico ed economico in grado di proteggere il capitale nei limiti di ciò che è scritto a contratto. In questa guida introduco il mio metodo: semplice, concreto, verificabile sul campo. L’obiettivo è permetterti di investire a capitale garantito sapendo esattamente cosa è protetto, da chi, come e **quando.

Paure (cosa ti tiene sveglio la notte)

Se oggi valuti di investire a capitale garantito, probabilmente ti porti dietro alcune preoccupazioni legittime:

  • Perdita del capitale in prodotti venduti come “sicuri” che poi si rivelano illiquidi o opachi.
  • Promesse commerciali senza garanti reali, clausole di esclusione o scappatoie.
  • Burocrazia e fiscalità incerte che erodono il rendimento.
  • Volatilità dei mercati: strumenti che non sono pensati per investire a capitale garantito vengono confusi con soluzioni protette.
  • Mancanza di controllo: non sai chi decide, come vengono usati i soldi, quali sono tempi e uscite.

Il primo passo è nominare la paura. Il secondo è costruire un percorso che la neutralizzi con procedure e prove documentali.

Risoluzione (il mio metodo operativo, passo per passo)

Per investire a capitale garantito con lucidità, uso sempre lo stesso schema di lavoro:

  1. Definisci l’obiettivo
    Capitale prima di tutto o rendimento prima di tutto? Se il tuo obiettivo è investire a capitale garantito, scrivi nero su bianco: a quanto ammonta il capitale da proteggere, per quanto tempo, e quale rendimento minimo è accettabile.
  2. Identifica il soggetto garante e la forma della garanzia
    Garanzia bancaria? Fideiussione? Fondo di tutela? Chi garantisce ha capienza? L’impegno è escutibile in quali circostanze? Senza questo, non stai davvero per investire a capitale garantito, stai solo sperando.
  3. Leggi il contratto, non la brochure
    La parola “garantito” va cercata nelle clausole: condizioni, esclusioni, tempi di escussione, scadenze, obblighi delle parti. Se non è scritto, non esiste.
  4. Controlla i flussi di cassa
    Da cosa nasce il rendimento? È una promessa commerciale o esiste un meccanismo economico misurabile? Il capitale è segregato? Con quali priorità vengono pagati i soggetti coinvolti?
  5. Verifica gli oneri fiscali e amministrativi
    Anche quando decidi di investire a capitale garantito, il fisco e la burocrazia possono ridurre il risultato. Serve un inquadramento chiaro, con consulenza abilitata e documenti a supporto.
  6. Due diligence indipendente
    Chiedi evidenze: track record, referenze, documenti di proprietà/gestione, bilanci o rendiconti. Se parliamo di asset reali, vedere di persona è parte della garanzia sostanziale: ciò che esiste, esiste.
  7. Exit e piano B
    Un investimento è serio quando prevede anche come si esce. Tempi, modalità, eventuali penali. Senza un’uscita definita, non puoi dire di investire a capitale garantito con piena consapevolezza.
  8. Allineamento degli stakeholder
    Se decidi con partner o famiglia, porta tutti sullo stesso tavolo. È più efficiente, riduce fraintendimenti e accelera decisioni ragionate.

Risurrezione (il risultato che vuoi ottenere)

Quando applichi questo metodo, investire a capitale garantito smette di essere uno slogan e diventa un processo misurabile. Cosa cambia nella pratica?

  • Chiarezza: sai chi garantisce, come e con quali limiti.
  • Controllo: conosci i flussi, i documenti, i soggetti coinvolti.
  • Serenità: hai definito tempo, rendimento atteso e uscita.
  • Disciplina: se una proposta non supera i controlli, si scarta senza rimpianti.

Molti investitori mi chiedono: “Come faccio a capire se sto davvero per investire a capitale garantito?” La risposta è: non credermi sulla parola. Pretendi documenti, visita i luoghi quando c’è un asset reale, parla con i referenti tecnici, verifica la solidità del garante. Solo così puoi dire di investire a capitale garantito e proteggere il patrimonio “senza sorprese”.

Criteri non negoziabili

Per chiudere questo primo capitolo, riassumo i miei paletti minimi quando scelgo di investire a capitale garantito:

  • Garanzia scritta, chiara, escutibile, con soggetto garante identificato e capiente.
  • Contratto leggibile, con condizioni e esclusioni in evidenza.
  • Meccanismo di rendimento comprensibile e verificabile.
  • Inquadramento fiscale e amministrativo definito, con consulenza adeguata.
  • Strategia di uscita formalizzata.

Se questi criteri non sono presenti, non stai per investire a capitale garantito: stai facendo un salto nel buio. Nel prossimo capitolo entrerò nelle tipologie di rischio che incontro più spesso e negli errori da evitare prima ancora di parlare di rendimento.

VantaggioDettaglio
Clima ideale24°Medi
RelaxAtmosfera rilassata, cucina ottima
SicurezzaStabilità politica, ambienti sicuri
Investimento intellgenteRendita, cambio stabile, turismo forte
investimenti a capitale garantito

2. Rischi degli “investimenti sicuri” che sicuri non sono: come riconoscerli prima

Parlo in prima persona: quando qualcuno mi chiede di investire a capitale garantito, io parto sempre da un fatto scomodo — molte proposte si definiscono “sicure”, ma non sono capitale garantito per contratto. In Italia ed Europa esistono regole precise su crisi bancarie e tutele dei depositanti: proteggono i depositi fino a 100.000€ per banca (FITD), non qualsiasi strumento finanziario. Lo dico perché chi vuole investire a capitale garantito deve distinguere fra rassicurazioni commerciali e garanzie giuridiche reali, scritte nei documenti. Fonti ufficiali: Banca d’Italia sul bail-in (https://economiapertutti.bancaditalia.it/aree-tematiche/diritti-e-tutele/bail-in/index.html), Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (https://www.fitd.it/Cosa_Facciamo/Garanzia_dei_depositanti), Commissione europea su BRRD (https://finance.ec.europa.eu/banking/banking-regulation/bank-recovery-and-resolution_en). 

Perché tanti “sicuri” non sono capitale garantito

Se il tuo obiettivo è investire a capitale garantito, queste distinzioni sono fondamentali: la garanzia deve essere esplicita, escutibile, documentata e sostenuta da un soggetto capiente.

Red flags da riconoscere subito (prima di firmare) per un investimento a capitale garantito

  1. Rendimento “troppo bello” senza spiegare la garanzia. Se ti propongono di investire a capitale garantito ma non mostrano chi garantisce e con quali clausole, è marketing, non garanzia.
  2. Garanzia generica (“assicurato”, “tutelato”) senza contratto. Pretendi il testo che indica condizioni, esclusioni, tempi di escussione.
  3. Illiquidità nascosta. Vincoli, blocchi ai riscatti o finestre rigide: non sono rari in polizze o fondi a formula. Il caso Eurovita ha mostrato come i riscatti possano essere sospesi: vedi cronologia su InvestireMag (https://www.investiremag.it/investire/2023/06/20/news/polizze-eurovita-blocco-dei-riscatti-fino-a-fine-settembre-107540/). Investire Magazine
  4. Confusione tra deposito e strumento finanziario. “È come un conto”: verifica se rientra davvero nelle tutele FITD (link sopra). Investire a capitale garantito non significa “qualsiasi prodotto in banca”.
  5. Prospetti ignorati. Chi minimizza i documenti essenziali (KID/contratto) ti chiede un atto di fede, non di investire a capitale garantito con metodo.

Casi reali (in breve) e cosa insegnano

Come mi muovo io (check essenziale prima di dire “sì”)

Per davvero investire a capitale garantito io seguo questa lista breve — funziona come filtro immediato:

  • Chi garantisce cosa? Nome del garante, bilanci e documento che descrive la garanzia.
  • Escutibilità. In quali casi rientri del capitale? Con che tempi e procedure?
  • Separazione dei flussi. Da dove nasce il rendimento? È distinto dal capitale?
  • Compatibilità fiscale/amministrativa. La resa netta dopo imposte e oneri è coerente col tuo obiettivo di investire a capitale garantito?
  • Exit. Come si esce, quando e con quali costi?
  • Prova sul campo. Per asset reali, vedo strutture, contratti e referenti. “Vedere” non sostituisce i documenti, ma li conferma.

Conclusione (pratica, non teorica)

Chi vuole investire a capitale garantito non deve fidarsi delle etichette. Deve leggere il contratto, capire le norme (bail-in e tutele dei depositi), verificare i casi passati e pretendere garanzie scritte e verificabili. Le fonti ufficiali qui citate sono il punto di partenza per ragionare su basi solide:

Nota: quanto sopra non è consulenza personalizzata. Per investire a capitale garantito nel tuo caso specifico, servono documenti, verifica contrattuale e un confronto con i professionisti abilitati.

LocalitàTemperature(gg)Minime notturnePrecipitazioniOre di soleTemperature mare
Capo Verde (media)22°-27°Ccirca 19°C2-5 mm7-8 h22-23°C
Boa Vista19-26°C19°CMolto Bassa7 h22-23°C

Perché “capo verde a gennaio” è sinonimo di meta vincente

  • Clima stabile e gradevole: ideale per relax e attività outdoor, senza sbalzi termici.
  • Sole e mare calmo: perfetti sia per chi cerca turismo a Capo Verde sia sollievo dal clima italiano invernale.
  • Condizioni ideali a Boa Vista: ancora più asciutta e ventilata, ideale anche per sport come kitesurfing o snorkeling.

Se vuoi approfondire le temperature di Capo Verde, ho preparato un’articolo che ne parla qui: https://www.danielerampini.it/temperature-a-capo-verde/

come investire a capitale garantito

3. Crack e casi reali che hanno colpito i risparmiatori: cosa imparare per difendersi

Parlo per esperienza: chi vuole investire a capitale garantito spesso arriva da delusioni o racconti di amici che hanno perso soldi in prodotti venduti come “sicuri”. In questo capitolo non faccio teoria: passo in rassegna casi reali e ti spiego cosa imparare per impostare davvero un percorso per investire a capitale garantito in modo consapevole.

1) Polizze “tranquille”, riscatti bloccati: il caso Eurovita

Nel 2023 l’autorità di vigilanza assicurativa (IVASS) ha sospeso i riscatti sulle polizze Eurovita, poi prorogati nei mesi successivi. Tradotto: anche chi pensava di essere in un “parcheggio sicuro” non ha potuto rientrare nei tempi desiderati. Riferimenti ufficiali: IVASS — Provvedimento n. 0029903 del 6/2/2023 (https://www.ivass.it/normativa/nazionale/secondaria-ivass/amministrativi-provv/2023/0029903/index.html) e comunicato sulla proroga (PDF) n. 75800 del 30/3/2023 (https://www.ivass.it/media/comunicati/documenti/2023/ivcs590.pdf). Lezione: prima di investire a capitale garantito in ambito assicurativo, leggi clausole sui riscatti e condizioni straordinarie. IVASS+1

2) Banche in crisi: cosa proteggono davvero le regole

Nel 2015 quattro banche italiane sono state messe in risoluzione; azioni e obbligazioni subordinate hanno assorbito perdite prima di altri creditori. Spiegazione chiara di Banca d’Italia: https://www.bancaditalia.it/media/approfondimenti/2016/d-e-r-quattro-banche/index.html. Nel 2017, per Veneto Banca e Popolare di Vicenza, lo Stato è intervenuto con la liquidazione coatta amministrativa (Decreto-Legge n. 99/2017 pubblicato in Gazzetta Ufficiale: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2017/06/25/17G00115/sg e testo PDF: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/2017/06/25/146/sg/pdf). Lezione: la tutela FITD riguarda i depositi fino a 100.000€ per depositante e banca (info ufficiali: https://www.fitd.it/Cosa_Facciamo/Garanzia_dei_depositanti), non azioni, bond subordinati, fondi o polizze. Per investire a capitale garantito non basta che il prodotto “stia in banca”: serve capire se e cosa è davvero garantito. Banca d’ItaliaGazzetta Ufficiale+1fitd.it

3) Fondi “sofisticati” ma illiquidi: il caso H2O

Nel 2020 diversi fondi H2O hanno sospeso sottoscrizioni/rimborsi e spostato asset in “side pocket” per gestire esposizioni illiquide; la vicenda è poi sfociata in provvedimenti e accordi risarcitori. Fonti: FCA (Final Notice, PDF) https://www.fca.org.uk/publication/final-notices/h2o-am-llp-2024.pdf e Reuters sulla proposta di 250 milioni agli investitori bloccati (https://www.reuters.com/business/finance/uk-regulator-says-h2o-fund-pay-trapped-investors-273-million-2024-08-07/). Lezione: se punti a investire a capitale garantito, controlla liquidità reale degli asset in portafoglio e le regole di rimborso in condizioni stressate. 

4) Mercati “diversificati” ma non garantiti

Anche un indice ampio può subire cali rapidi. Nel 2020 lo S&P 500 è sceso di circa il 34% dal massimo di febbraio al minimo di marzo (Reuters: https://www.reuters.com/article/business/say-goodbye-to-the-shortest-bear-market-in-sp-500-history-idUSKCN25E2R8/). Nessun ETF su azioni dispone di capitale garantito: per definizione capitale a rischio. Se vuoi investire a capitale garantito, devi accettare che i prodotti di mercato non lo sono per natura contrattuale. 

Cosa imparare da questi casi (checklist operativa)

Per davvero investire a capitale garantito, ecco le verifiche che io considero non negoziabili:

  • Chi garantisce, nero su bianco. Nome del garante, solidità e documento di garanzia (fideiussione, schema legale, tutele esplicite). Se manca, non stai per investire a capitale garantito.
  • Oggetto della garanzia. È garantito il capitale o solo una parte del rendimento? In quali condizioni si attiva la garanzia e con quali tempi?
  • Liquidità e riscatti. Esistono finestre di uscita? Possono essere sospese (come nelle polizze Eurovita) o differite (come in alcuni fondi)? Se sì, come impatta il tuo piano di investire a capitale garantito? IVASS+1FCA
  • Tutele legali realmente applicabili. Il FITD copre i depositi fino a 100.000€ per banca, non “qualsiasi prodotto in banca”. Quando valuti di investire a capitale garantito, chiedi esplicitamente se la tutela è quella dei depositi o un’altra forma (e quale). Fonte: https://www.fitd.it/Cosa_Facciamo/Garanzia_dei_depositanti.
  • Prova sul campo + documenti. Per gli asset reali, io voglio vedere strutture, parlare coi referenti e incrociare i contratti. Solo così “garantito” smette di essere un aggettivo e diventa una clausola.

Perché tutto questo ti serve davvero

Il punto non è diventare giurista: è evitare errori costosi. Se il tuo obiettivo è investire a capitale garantito, devi valutare documenti, tutele e liquidità prima del rendimento. I casi sopra mostrano che:

  • prodotti “tranquilli” possono bloccare i rimborsi;
  • in una crisi bancaria non tutti i creditori sono uguali;
  • fondi “avanzati” possono diventare illiquidi;
  • il mercato azionario non ha garanzie contrattuali.

Per questo, quando accompagno un investitore a investire a capitale garantito, metto sul tavolo fonti ufficiali e clausole precise. Solo così costruisci scelte difendibili nel tempo, con aspettative corrette e un piano di uscita chiaro.

dove investire a capitale garantito

4. Investire a capitale garantito in pratica: criteri, documenti e controlli da fare

Parlo da investitore operativo: investire a capitale garantito non è uno slogan, è un percorso tecnico con passaggi obbligati. Qui ti consegno il mio metodo, semplice e verificabile. L’obiettivo è permetterti di investire a capitale garantito con prove alla mano: chi garantisce, cosa è garantito, come si attiva la garanzia, con quali documenti e quali tempi.

Criteri non negoziabili (prima di qualsiasi proposta)

  1. Garanzia scritta ed escutibile. Chi è il garante (banca, assicurazione, soggetto terzo)? La garanzia è attivabile per iscritto, con tempi e condizioni chiare? Se manca, non stai per investire a capitale garantito.
  2. Provenienza del rendimento. Da dove nascono i flussi? Il capitale è separato dai ricavi operativi? Se vuoi investire a capitale garantito, il meccanismo economico dev’essere semplice da spiegare.
  3. Liquidità e uscita. Finestre di rimborso, penali, sospensioni: le valuto prima. Investire a capitale garantito senza una exit chiara è un controsenso.
  4. Costi e oneri totali. Commissioni, spese, imposte: la resa netta deve reggere anche nel “peggiore dei casi ragionevole”.
  5. Allineamento normativo. Per strumenti finanziari e assicurativi, controllo sempre i documenti standard richiesti dalle norme UE/italiane (vedi sotto le fonti ufficiali).

Controlli “alla Daniele”: la mia check-list operativa

  1. Identità e capienza del garante. Ragione sociale, bilanci, eventuale rating. Se il garante non è capiente, non sto per investire a capitale garantito.
  2. Scenario “brutto ma realistico”. Applico gli scenari del KID e sommo tutti i costi; se il rendimento netto non regge, passo oltre.
  3. Liquidità vera. Ci sono finestre, sospensioni o side pocket? Lo pretendo per iscritto. (Le regole su informativa KID e filing a CONSOB aiutano la comparabilità: https://www.consob.it/web/services-for-supervised-subjects/procedure-of-communication-of-priips-kid). Consob
  4. Conflitti di interesse. Come viene pagato chi mi vende il prodotto? La struttura dei costi è compatibile con l’idea di investire a capitale garantito?
  5. Exit definita. Tempi di riscatto/cessione, penali, condizioni straordinarie.
  6. Coerenza fiscale. Regime d’imposta, eventuale doppia imposizione, oneri di registro/bollo.
  7. Prova documentale finale. Senza contratti completi, niente “ok”: così si investe a capitale garantito con metodo.

Tabella rapida: cosa chiedo per tipologia

Tipologia prodottoDocumento chiaveCosa controllo subitoFonte ufficiale
Prodotto finanziario/assicurativo “strutturato”KID PRIIPsRischi, costi, scenari, dirittiEUR-Lex 1286/2014: https://eur-lex.europa.eu/eli/reg/2014/1286/2024-01-09/eng
Polizza vita a contenuto finanziarioDIP + KIDRiscatto, costi, clausole straordinarieIVASS (Guida vita): https://www.ivass.it/consumatori/imparaconivass/guide/Guida_6_Le_assicurazioni_vita_versione_web.pdf
Conto/deposito bancarioFoglio informativo + contrattoTassi, vincoli, penali, costiBanca d’Italia (Trasparenza): https://www.bancaditalia.it/compiti/vigilanza/normativa/archivio-norme/disposizioni/trasparenza_operazioni/testo-disposizione-2019/Disposizioni_Testo_integrale.pdf
Verifica aderenza al profiloQuestionario/valutazione MiFID IIObiettivi, rischio, orizzonteESMA (Guidelines suitability): https://www.esma.europa.eu/sites/default/files/library/esma35-43-3172_final_report_on_mifid_ii_guidelines_on_suitability.pdf

(Le pagine ufficiali CONSOB sulla comunicazione dei KID aiutano a verificare che i documenti siano corretti e disponibili: https://www.consob.it/web/area-operativa-interattiva/priips).

Come applico tutto questo, passo dopo passo

  • Step 1 — Raccolta documenti. Chiedo subito KID/DIP/foglio informativo/contratto e testo completo della garanzia.
  • Step 2 — Lettura guidata. Confronto le sezioni rischi, costi, scenari del KID con i miei obiettivi; valuto l’adeguatezza (MiFID II).
  • Step 3 — Stress test personale. Considero uscita anticipata, ritardi, imprevisti fiscali. Se regge, continuo.
  • Step 4 — Validazione esterna. Per prodotti complessi o garanzie “forti”, chiedo il parere del consulente (commercialista/legale).
  • Step 5 — Decisione. Solo se tutti i punti sono spuntati, procedo. È così che scelgo di investire a capitale garantito con serenità.

Nota metodologica: la forza di questo processo è la documentazione. Se una controparte non fornisce i documenti standard (KID, DIP, foglio informativo, contratto completo, testo garanzia), non sto per investire a capitale garantito: sto rischiando alla cieca. Le norme e le fonti citate sopra servono per verificare, non per complicare. Quando i documenti sono chiari, la decisione diventa semplice.

5. Confronto strumenti: conti deposito, buoni postali, polizze, BTP, fondi a formula ed ETF

Parlo da investitore operativo: quando voglio investire a capitale garantito metto sul tavolo gli strumenti più usati e li confronto con lo stesso metro—garanzia scritta, liquidità, oneri e rischi. L’obiettivo è scegliere dove investire a capitale garantito senza cadere nella trappola del “sicuro” per abitudine o per marketing.

Conti deposito (con FITD)

Per investire a capitale garantito con logica bancaria, i conti/depositi sono coperti—entro limiti—dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD): fino a 100.000 € per depositante e per banca su conti correnti e conti di deposito (oltre ad assegni circolari, certificati di deposito e carte prepagate con IBAN). La Banca d’Italia spiega cos’è un conto di deposito, come funziona e ricorda imposta di bollo e tassazione degli interessi; il FITD chiarisce cosa copre e come opera. Questo è il perimetro reale entro cui posso investire a capitale garantito in ambito depositi. Fonti:
Banca d’Italia – “Il conto di deposito”: https://economiapertutti.bancaditalia.it/aree-tematiche/conto-corrente/il-conto-di-deposito/index.html; glossario: https://economiapertutti.bancaditalia.it/strumenti/glossario/conto-di-deposito/. FITD – “Garanzia dei depositanti”: https://www.fitd.it/Cosa_Facciamo/Garanzia_dei_depositanti

Buoni Fruttiferi Postali (BFP)

I BFP sono emessi da Cassa Depositi e Prestiti e garantiti dallo Stato italiano; Poste Italiane lo scrive in chiaro nelle schede informative. Per chi vuole investire a capitale garantito con scadenze note e rimborsabilità, i BFP sono una delle opzioni più lineari (con tassazione e condizioni tipiche del prodotto). Fonti ufficiali:
Poste – pagina generale BFP e libretti (“garantiti dallo Stato”)

BTP (Titoli di Stato a medio-lungo termine)

I BTP pagano cedole fisse, ma il prezzo oscilla: se li tengo fino a scadenza, punto al rimborso nominale (salvo rischio sovrano); se li vendo prima, posso avere perdite/guadagni. Quindi non confondo “titolo di Stato” con investire a capitale garantito in senso assoluto: la garanzia statale vale a scadenza, la volatilità di mercato vale in corso di vita. Fonti istituzionali:
MEF – “BTP”: https://www.dt.mef.gov.it/it/debito_pubblico/titoli_di_stato/quali_sono_titoli/btp/ e “BTP Valore”: https://www.dt.mef.gov.it/it/debito_pubblico/titoli_di_stato/quali_sono_titoli/btp_valore/. Banca d’Italia – “Aste in titoli di Stato”: https://www.bancaditalia.it/compiti/operazioni-mef/index.html

Polizze vita (Ramo I/gestioni separate e multiramo)

Molti associano le polizze a “sicurezza”. Io distinguo: capitale garantito (se e nei limiti previsti dal contratto e dal gestore/assicuratore) non equivale a garanzia statale. Per investire a capitale garantito in ambito assicurativo leggo DIP e KID: costi, condizioni di riscatto, clausole straordinarie e meccanismi di gestione. L’IVASS fornisce una guida chiara su DIP/KID e polizze vita. Fonti:
IVASS – “Le assicurazioni vita (Guida, DIP e KID)”: https://www.ivass.it/consumatori/imparaconivass/guide/Guida_6_Le_assicurazioni_vita_versione_web.pdf. CONSOB – sezione KID PRIIPs

Fondi a formula / “capitale protetto” e fondi comuni

I fondi non sono coperti da FITD. Nei “capitale protetto” la protezione è obiettivo di gestione o condizionata, non una garanzia assoluta; leggo sempre prospetto/KID per scenario, costi e regole di rimborso. Per investire a capitale garantito non mi basta la parola “protetto”: verifico chi garantisce e come. Materiali utili:
CONSOB – “I fondi comuni”: https://www.consob.it/web/investor-education/i-fondi-comuni;

ETF (Exchange Traded Funds)

Gli ETF sono efficienti e trasparenti, ma capitale a rischio: per definizione non sono strumenti per investire a capitale garantito. Anche i grandi emittenti lo ricordano in modo esplicito. Fonte: iShares/BlackRock – “What is an ETF”: https://www.ishares.com/uk/individual/en/investing-basics/what-is-an-etf.

Tabella sintetica (come li valuto prima di decidere)

StrumentoGaranziaLiquiditàNote chiave
Conto/DepositoFITD fino a 100.000 € per banca e depositanteAlta (se libero) / vincolo (se vincolato)Verifico tassi netti, bollo, condizioni vincolo.
BFPGaranzia Stato italianoRimborso sempre possibile (con regole)Scadenze e rendimento a scheda prodotto.
BTPStato (a scadenza); prezzo fluttuaQuotati (rischio prezzo)Se vendo prima posso perdere; non è “garantito” in corso di vita.
Polizze vitaGaranzie contrattuali dell’assicuratoreRiscatti/finestre da contrattoLeggo DIP/KID: costi, condizioni straordinarie.
Fondi “protetti”/formulaProtezione ≠ garanziaRegole di rimborso proprieVerifico prospetto/KID, rischi e costi.
ETFNessuna garanziaQuotati (alta)Strumenti di mercato, capitale a rischio.

Come decido, in pratica

Se devo investire a capitale garantito, faccio tre passaggi semplici:

  1. Identifico la fonte della garanzia (Stato, FITD, assicuratore, altro soggetto) e il testo che la disciplina.
  2. Verifico la liquidità reale (uscita anticipata, finestre, possibili sospensioni) e i costi totali.
  3. Valuto la coerenza con l’obiettivo: se il mio obiettivo è davvero investire a capitale garantito, scarto ciò che è solo “protetto” o “a rischio di mercato”.

Letture interne di approfondimento (link dedicati)

6. Perché molti ETF non sono capitale garantito: volatilità, drawdown e orizzonte

Parlo chiaro: se il tuo obiettivo è investire a capitale garantito, gli ETF non sono lo strumento giusto. Gli ETF sono “contenitori” che replicano indici di mercato (azioni, obbligazioni, materie prime). Per natura, il loro valore sale e scende con il mercato; non c’è un meccanismo contrattuale che garantisca il capitale. Anche i grandi emittenti lo scrivono nero su bianco: “Neither the return of capital nor the performance of the ETFs is guaranteed” (Vanguard, documento informativo). E iShares spiega che un ETF è un paniere di titoli negoziato in borsa, quindi esposto al rischio di mercato. In altre parole: utile per investire, ma non per investire a capitale garantito. Volatilità e drawdown: cosa vuol dire “capitale a rischio”

Quando un indice scende, anche l’ETF che lo replica scende. Nel 2022 abbiamo visto un fatto raro: azioni e obbligazioni negative insieme su base annua, con i principali indici obbligazionari globali che hanno vissuto uno dei peggiori anni di sempre. Questo non è compatibile con l’idea di investire a capitale garantito: il capitale oscilla, talvolta in modo significativo, soprattutto se l’orizzonte è breve. Fonte: Investopedia su “bonds booming after worst year ever” (contesto: 2022 peggiore anno della storia moderna per i bond; ripresa nel 2023).

NAV vs prezzo di mercato: perché puoi vendere sotto valore

Un ETF ha un valore patrimoniale netto (NAV) e un prezzo di mercato in borsa. In fasi turbolente, il prezzo può discostarsi dal NAV (spread, sconti/premi). Questo rischio tecnico non esiste quando decidi di investire a capitale garantito con strumenti che rimborsano a valore prefissato a scadenza. Vanguard avverte esplicitamente che il prezzo dell’ETF può differire dal NAV.

Replica, tracking error e cosa davvero “promette” un ETF

Gli ETF replicano un indice (fisicamente o con swap) e mirano a seguire la performance prima dei costi. Non promettono di restituire il capitale a scadenza. Il rischio di tracking error (scostamento dall’indice) e la struttura di replica sono elementi da leggere nel KID/Documenti informativi, ma non trasformano l’ETF in uno strumento per investire a capitale garantito. Spiegazione di base sugli ETF: https://www.ishares.com/us/investor-education/etf-education/what-is-an-etf

Orizzonte e “sequence risk”: quando il timing ti frega

Se usi ETF per obiettivi a breve o per flussi di reddito regolari, entra in gioco il sequence of returns risk: la sequenza temporale dei rendimenti conta quanto (o più) della media. Subire un drawdown proprio mentre devi vendere quote può danneggiare in modo permanente il capitale. Quando il mio scopo è investire a capitale garantito, non accetto questo tipo di rischio: cerco strutture che prevedano capitale protetto per contratto. Per una definizione chiara del sequence risk: https://www.investopedia.com/terms/s/sequence-risk.asp

Obbligazionari ≠ garantiti: perché i bond-ETF non “mettono in cassaforte” il capitale

“Ma io compro ETF obbligazionari, quindi sono tranquillo.” Non necessariamente. Un ETF su obbligazioni quotate è sensibile ai tassi (duration) e allo spread di credito. Nel 2022 il rialzo rapido dei tassi ha colpito duramente molti indici obbligazionari globali: un promemoria che anche i bond possono perdere nel breve. Se il tuo obiettivo è investire a capitale garantito, la differenza tra “obbligazionario diversificato” e “capitale garantito per contratto” non è semantica: è sostanziale. Vedi il contesto storico sulla crisi 2022 e il rimbalzo successivo: https://www.investopedia.com/bonds-booming-after-worst-year-ever-7097680

In sintesi: quando uso (e quando evito) gli ETF

  • Quando hanno senso: per costruire esposizione efficiente e a basso costo a mercati (azioni, bond, settori, duration) su orizzonti lunghi, accettando oscillazioni e lavorando con piani graduali (PAC). Quando li evito: quando il mandato è investire a capitale garantito. Se mi serve capitale invariato a scadenza o una fideiussione sul capitale, gli ETF non lo prevedono. Disclosure chiara: “Neither the return of capital nor the performance of the ETFs is guaranteed” (Vanguard, PDS).

Cosa fare se vuoi davvero investire a capitale garantito

Se lo scopo è investire a capitale garantito, io mi muovo diversamente: cerco strumenti con garanzia contrattuale esplicita (chi garantisce, come, quando), documenti che definiscono condizioni e uscite chiare. Per gli ETF, accetto che siano strumenti di mercato—efficaci per l’esposizione e la diversificazione—ma non confondo la loro utilità con la promessa di capitale garantito. È un cambio di mentalità: quando il capitale va protetto per contratto, non mi affido a veicoli che per definizione non garantiscono capitale.

7. Diversificazione intelligente: come proteggere il capitale dal rischio fiscale e burocratico

Se il tuo obiettivo è investire a capitale garantito, la diversificazione non riguarda solo gli strumenti: riguarda giurisdizioni, regole fiscali, documentazione e canali operativi. Qui ti spiego come imposto la mia protezione “a strati” per investire a capitale garantito con metodo, evitando che burocrazia e fisco erodano rendimento e serenità.

Paure (dove si nasconde davvero il rischio)

Quando un investitore vuole investire a capitale garantito, spesso si concentra sulla garanzia economica e trascura due fronti:

Risoluzione (strati di protezione prima di dire sì)

Per investire a capitale garantito in modo solido, lavoro su cinque strati:

  1. Regole chiare sul fisco (Italia + Paese estero)
    Inizio dagli obblighi italiani, così non mi trovo sorprese a posteriori. Per gli immobili esteri verifico IVIE (definizione, base imponibile, aliquota) e le scadenze/versamenti (codici tributo, F24). Dal 2024, l’aliquota ordinaria IVIE è 1,06% sulla base imponibile: dato operativo che cambia la resa netta e che valuto prima di investire a capitale garantito. (Agenzia Entrate – base imponibile/aliquota IVIE: https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/schede/pagamenti/imposta-sul-valore-degli-immobili-estero-ivie/base-imponibile-e-aliquota-scheda-ivie; versamenti: https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/schede/pagamenti/imposta-sul-valore-degli-immobili-estero-ivie/versamento-e-dichiarazione-scheda-ivie).
    Per attività finanziarie estere considero IVAFE (definizione e versamento, inclusi codici tributo) prima di decidere dove e come investire a capitale garantito. (Agenzia Entrate – IVAFE: https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/schede/pagamenti/imposta-valore-att-estero-ivafe; versamenti: https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/schede/pagamenti/imposta-valore-att-estero-ivafe/versamento-e-dichiarazione-scheda-ivafe-cittadini). 
  2. Doppia imposizione: usare le Convenzioni, non subirle
    Verifico se esiste una Convenzione contro le doppie imposizioni tra Italia e Paese dell’investimento, perché detta chi tassa cosa e come si evita la doppia tassazione (credito d’imposta, esenzioni). Consulto gli elenchi e le note ministeriali prima di impegnarmi: è parte del modo corretto di investire a capitale garantito. (MEF – convenzioni: https://www.finanze.gov.it/it/Fiscalita-dellUnione-europea-e-internazionale/convenzioni-e-accordi/convenzioni-per-evitare-le-doppie-imposizioni/; Agenzia delle Entrate – scheda convenzioni: https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/accordi-sulle-doppie-imposizioni). 
  3. Diversificare davvero (non solo a parole)
    La diversificazione riduce il rischio concentrato per emittente/settore/area geografica. Banca d’Italia e CONSOB lo indicano come principio base: aiuta a contenere il rischio, ma va applicata bene (occhio alla “diversificazione ingenua”). È un cardine anche quando voglio investire a capitale garantito: non concentro tutto su un solo soggetto o Paese. (Banca d’Italia – “Diversificazione ingenua”: https://economiapertutti.bancaditalia.it/aree-tematiche/trappole-comportamentali/diversificazione-ingenua/index.html; CONSOB – rischi e percorso per l’investimento: https://www.consob.it/web/investor-education/rischi-dell-investimento; https://www.consob.it/web/investor-education/il-percorso-per-l-investimento). Economia per Tutti
  4. Documentazione e flussi “a prova di audit”
    Se voglio investire a capitale garantito, la garanzia deve vivere nei documenti: contratti, fideiussioni, appendici fiscali, calendari di pagamento, rendicontazioni. Tendo a lavorare con checklist e con un canale unico di archiviazione (contratti firmati, ricevute, F24, attestazioni): semplifica eventuali controlli e accelera i rimborsi.
  5. Valuta, custodia, operatività
    Un ulteriore strato è la scelta della valuta e della custodia (banche/istituti affidabili, ripartizione tra più conti se serve). Anche quando punto a investire a capitale garantito, pianifico il rischio cambio e l’operatività (tempi di bonifico, costi, prove di incasso) per non “regalare” rendimento ai frizionamenti operativi.

Risurrezione (come appare nella pratica: checklist pronta)

Ecco come applico tutto questo quando decido di investire a capitale garantito in un contesto internazionale:

Chiusura operativa
Diversificare sul serio, conoscere IVIE/IVAFE e usare le Convenzioni prima di muoversi permette di investire a capitale garantito con coerenza: garanzia scritta, oneri fiscali stimati, processi semplici e verifiche documentali. È così che trasformo il “garantito” da parola rassicurante a regola di ingaggio, e ti metto nella condizione di investire a capitale garantito con consapevolezza tecnica e serenità.

8. Immobiliare internazionale con capitale protetto: quando ha senso e quando no

Chi vuole investire a capitale garantito spesso guarda all’immobiliare internazionale come a una scorciatoia sicura. In realtà è uno strumento potente, ma funziona solo se rispetti alcune regole: garanzia contrattuale chiara, diritti di proprietà solidi, fisco in ordine, cambio sotto controllo e gestione professionale. In questo capitolo ti mostro quando ha senso e quando no puntare sull’estero se il tuo obiettivo è davvero investire a capitale garantito.

Paure (dove si nasconde il rischio vero)

Le criticità che vedo più spesso quando qualcuno prova a investire a capitale garantito in immobili fuori Italia:

Risoluzione (il mio metodo prima di dire “sì”)

Per investire a capitale garantito sull’immobiliare estero, applico questa procedura:

  1. Documenti e garanzia
    Garanzia scritta ed escutibile sul capitale (chi garantisce, con che testo, in quali condizioni, entro quali tempi). Se manca il documento, non sto per investire a capitale garantito: sto scommettendo.
  2. Diritti di proprietà & governance
    Chiedo visure, registri, catasto, regole su usufrutto, prelazione, vincoli; incrocio con indicatori su rule of law e stabilità regolatoria (WGI del World Bank). Se il quadro è fragile, un “capitale protetto” sulla carta perde forza nella pratica. https://www.worldbank.org/en/publication/worldwide-governance-indicators.
  3. Numeri e domanda reale
    Da cosa nasce il reddito? Turismo? Locazioni business? Qual è la stagionalità? Chi gestisce? Voglio contratti, KPI di occupazione, tariffa media, politiche di manutenzione e assicurazioni.
  4. Cambio & incassi
    Valuto currency risk e tempi di rimpatrio. Per me investire a capitale garantito significa anche non regalare rendimento a spread e frizioni valutarie; per questo pianifico conto operativo locale + conto euro e criteri di conversione (BCE come riferimento informativo ai tassi). https://www.ecb.europa.eu/stats/policy_and_exchange_rates/euro_reference_exchange_rates/html/index.en.html.
  5. Fisco & oneri
    Stimo IVIE, imposte locali, eventuale doppia imposizione alla luce delle Convenzioni tra Italia e Paese estero (MEF/AE hanno elenchi e note). Solo così posso dire di investire a capitale garantito con un netto realistico. MEF convenzioni: https://www.finanze.gov.it/it/Fiscalita-dellUnione-europea-e-internazionale/convenzioni-e-accordi/convenzioni-per-evitare-le-doppie-imposizioni/.
  6. Gestione professionale
    Preferisco modelli con gestione integrata, SLA espliciti, rendicontazione periodica e standard di qualità. La garanzia “vive” anche nella capacità operativa.

Quando ha senso / quando no (griglia veloce)

ScenarioHa senso puntare sull’estero?Perché
Garanzia contrattuale chiara, Paese con buona legislazione, domanda stabile, gestione integrataCondizioni coerenti con investire a capitale garantito (documenti, enforcement, flussi)
Garanzia vaga, registri confusi, governance debole, rischio corruzione altoNoScarsa tutela pratica: ciò che è “garantito” sulla carta può non esserlo nell’esecuzione
Rese apparenti ma valuta instabile e costi di rimpatrio altiAttenzioneIl cambio può erodere la resa netta; pianifica copertura/tempi
Quadro fiscale non stimato (IVIE, imposte locali, convenzioni)NoIl “netto” può deludere; non è così che si investe a capitale garantito

Risurrezione (come appare quando funziona)

Quando seleziono un progetto con queste regole, investire a capitale garantito nell’immobiliare internazionale diventa un processo replicabile:

  • la garanzia è in un documento, con un garante capiente e tempi di escussione definiti;
  • la governance del Paese è sufficiente a far valere i contratti;
  • la gestione riduce errori operativi e protegge il flusso di cassa;
  • il cambio è previsto in modo razionale;
  • il fisco è integrato nei conti, IVIE inclusa.

In queste condizioni posso dire – con serietà – di investire a capitale garantito anche fuori Italia. Se uno solo di questi pilastri manca, non mi affido all’etichetta “garantito”: passo oltre. Nel prossimo capitolo entrerò nel modello Condo Hotel (struttura, gestione, garanzia) e perché può essere una risposta concreta quando vuoi investire a capitale garantito con asset reali e domanda turistica verificabile.

9. Il modello Condo Hotel: struttura, gestione e garanzia (condizioni da verificare)

Quando valuto se investire a capitale garantito con asset reali, il Condo Hotel è uno dei modelli che prendo in considerazione perché unisce proprietà immobiliare, gestione professionale e flussi prevedibili. Non è una bacchetta magica: funziona solo con documenti chiari, una gestione solida e – quando presente – una fideiussione che specifichi come e quando si attiva. In questo capitolo ti mostro come lo imposto io, cosa verificare e perché Capo Verde è un contesto interessante se vuoi davvero investire a capitale garantito con metodo.

Cos’è (in pratica) un Condo Hotel

Un Condo Hotel è una struttura ricettiva in cui alcune unità sono di proprietà privata e date in gestione unitaria a un operatore alberghiero. Il proprietario ha i diritti d’uso (di norma un periodo all’anno) e percepisce i proventi secondo contratto; l’operatore si occupa di prenotazioni, manutenzione, assicurazioni e rendicontazione. Come riferimento normativo (in Italia) esiste il D.P.C.M. 22 gennaio 2018 n. 13, che definisce condizioni e inquadramento del “condhotel” – utile per capire l’impianto concettuale e le tutele tipiche della formula, pur sapendo che le regole locali all’estero sono diverse e vanno verificate sul posto.

Perché può aiutarti a investire a capitale garantito

Il punto non è “la parola magica”, è il contratto. Io considero il Condo Hotel interessante per investire a capitale garantito quando trovo:

  • Garanzia scritta (fideiussione) sul rendimento/capitale, con soggetto garante capiente, condizioni di attivazione e tempi di escussione definiti (condizioni da verificare nel testo integrale).
  • Gestione centralizzata con SLA (standard di servizio), piano manutenzioni e report periodici.
  • Meccanismo economico semplice: domanda turistica reale, tariffe trasparenti, occupazione attesa, politiche di pricing.
  • Diritti d’uso chiari per il proprietario (es. fino a un mese/anno) e regole di calendario.
  • Documenti completi: titolo di proprietà, regolamento condominiale/alberghiero, contratti di gestione/locazione, assicurazioni.

Senza questi elementi, non sto per investire a capitale garantito: sto correndo rischi che preferisco evitare.

Perché Capo Verde oggi (dati alla mano)

Quando seleziono un Paese, guardo domanda turistica, stabilità e numeri macro. Su Capo Verde, gli indicatori più recenti raccontano un settore in espansione:

Questi dati non sostituiscono la due diligence, ma spiegano perché considero Capo Verde un contesto interessante quando voglio investire a capitale garantito con un asset turistico gestito.

Dove entra la “garanzia” (e come la verifico)

Nel mio lavoro parlo spesso di 5% annuo con fideiussione (risk-reversal): è credibile solo se leggo il testo completo della garanzia. Cosa controllo, in concreto, prima di investire a capitale garantito?

  • Chi garantisce (banca/assicurazione/terzo); rating o bilanci.
  • Oggetto della garanzia: capitale? rendimento minimo? per quanti anni?
  • Condizioni ed esclusioni: quando scatta, quando no.
  • Escussione: tempistiche, documenti da presentare, foro competente.
  • Coerenza economica: i flussi operativi del progetto sostengono davvero l’impegno del garante?

Senza queste risposte, non chiamo “garantito” ciò che non lo è.

Come decido: la mia checklist operativa

Se voglio investire a capitale garantito in un Condo Hotel (es. White Hotel), applico questa sequenza:

  1. Documenti: titolo di proprietà, regolamento, contratti di gestione, assicurazioni, fideiussione integrale.
  2. Numeri: storico/atteso su occupazione e tariffa media, struttura costi, fee di gestione, piano manutenzioni.
  3. Domanda: coerenza con la rotta turistica (voli, stagionalità, mercati di provenienza) e i dati recenti su Capo Verde citati sopra.
  4. Uso proprietario: calendario e procedure di prenotazione del mese d’uso.
  5. Fisco: oneri locali + IVIE italiana (per immobili esteri), così il netto è realistico sin dall’inizio (pagina ufficiale: https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/schede/pagamenti/imposta-sul-valore-degli-immobili-estero-ivie/infogen-ivie). 

Quando non va bene (e perché dico “no”)

Dico no anche a un Condo Hotel se: la garanzia è vaga o non escutibile, i documenti sono incompleti, l’operatività è improvvisata, la domanda è debole o il fisco “mangia” il rendimento reale. In quei casi, non posso affermare di investire a capitale garantito con serietà.

Approfondimenti interni consigliati (link estesi):

  • Condhotel: investimenti, vantaggi e normative (guida tecnica): https://www.danielerampini.com/blog/condhotel-investimenti-vantaggi-normative
  • Rendita garantita: come leggere una fideiussione “sul serio”: https://www.danielerampini.com/blog/rendita-garantita

10.Perché Capo Verde oggi (dati alla mano)

Quando seleziono un Paese, guardo domanda turistica, stabilità e numeri macro. Su Capo Verde, gli indicatori più recenti raccontano un settore in espansione:

Questi dati non sostituiscono la due diligence, ma spiegano perché considero Capo Verde un contesto interessante quando voglio investire a capitale garantito con un asset turistico gestito.

Dove entra la “garanzia” (e come la verifico)

Nel mio lavoro parlo spesso di 5% annuo con fideiussione (risk-reversal): è credibile solo se leggo il testo completo della garanzia. Cosa controllo, in concreto, prima di investire a capitale garantito?

  • Chi garantisce (banca/assicurazione/terzo); rating o bilanci.
  • Oggetto della garanzia: capitale? rendimento minimo? per quanti anni?
  • Condizioni ed esclusioni: quando scatta, quando no.
  • Escussione: tempistiche, documenti da presentare, foro competente.
  • Coerenza economica: i flussi operativi del progetto sostengono davvero l’impegno del garante?

Senza queste risposte, non chiamo “garantito” ciò che non lo è.

Come decido: la mia checklist operativa

Se voglio investire a capitale garantito in un Condo Hotel (es. White Hotel), applico questa sequenza:

  1. Documenti: titolo di proprietà, regolamento, contratti di gestione, assicurazioni, fideiussione integrale.
  2. Numeri: storico/atteso su occupazione e tariffa media, struttura costi, fee di gestione, piano manutenzioni.
  3. Domanda: coerenza con la rotta turistica (voli, stagionalità, mercati di provenienza) e i dati recenti su Capo Verde citati sopra. 
  4. Uso proprietario: calendario e procedure di prenotazione del mese d’uso.
  5. Fisco: oneri locali + IVIE italiana (per immobili esteri), così il netto è realistico sin dall’inizio (pagina ufficiale: https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/schede/pagamenti/imposta-sul-valore-degli-immobili-estero-ivie/infogen-ivie). 

Quando non va bene (e perché dico “no”)

Dico no anche a un Condo Hotel se: la garanzia è vaga o non escutibile, i documenti sono incompleti, l’operatività è improvvisata, la domanda è debole o il fisco “mangia” il rendimento reale. In quei casi, non posso affermare di investire a capitale garantito con serietà.

Ho preparato una guida chiara e molto semplice se vuoi affrontare anche tu investimenti senza rischi nel Condo Hotel a Capo Verde.

Non ti resta altro che accedere a questo link: https://www.danielerampini.it/risorse-gratuite/ inserire i tuoi contatti e leggere la guida che ho preparato per te.

Troverai una spiegazione completa sulle formule del Condo Hotel nel mondo, una panoramica globale sugli investimenti immobiliari, perché il Condo Hotel ti assicura una rendita del 5% e perché Boa Vista e Capo Verde hanno un’importanza così strategica su questo tipo di investimento.

Daniele Rampini
(Presidente presso Rampini Condohotel&Resort)

Imprenditore attivo nel settore immobiliare sull’arcipelago di Capo Verde dal 1998, ha una solida esperienza nella costruzione e nella gestione di immobili nell’area. Con un portafoglio che conta la realizzazione e la vendita di oltre 250 appartamenti, ha dimostrato un impegno duraturo e una competenza consolidata nel mercato locale.

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